Revenge Porn

Il revenge porn può, dunque, essere identificato nella pubblicazione, o minaccia di pubblicazione (anche a scopo di estorsione), di fotografie o video che mostrano persone impegnate in attività sessuali o ritratte in pose sessualmente esplicite, senza che ne sia stato dato il consenso dal diretto interessato, ovvero la persona o una delle persone coinvolte.

Il caso dell’on. Sarti ha avuto l’effetto di accelerare l’iter per l’approvazione di una legge avente a oggetto il revenge porn. Nei giorni scorsi, alla commissione Giustizia di Palazzo Madama, si è svolta la relazione introduttiva di un d.d.l., prima firmataria la senatrice di M5S Elvira Evangelista, che mira a introdurre una fattispecie di reato ad hoc. Il disegno di legge punta a sanzionare penalmente, con la pena della reclusione, la condotta di coloro che pubblicano, attraverso strumenti informatici o telematici, immagini o video privati sessualmente espliciti, senza l’espresso consenso delle persone ivi rappresentate, al fine di provocare nelle persone offese gravi stati di ansia, di timore e di isolamento. Previsto anche un aggravamento di pena qualora il fatto sia commesso dal coniuge (anche separato o divorziato), dall’altra parte dell’unione civile o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla vittima e qualora, come conseguenza non voluta, si arrivi alla morte della persona offesa. Infine, il testo prevede anche una multa nei confronti di coloro che contribuiscono alla diffusione dei contenuti e iniziative formative rivolte a giovani e minori per un uso consapevole di internet e dei social media.

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